Arriva un aiuto economico per gli anziani con pensioni inferiori ai 1.000 euro. L’iniziativa parte da Bolzano ma apre la strada a un modello destinato a fare scuola.
Un nuovo sostegno economico per i pensionati italiani prenderà forma già da novembre 2025, grazie a una convenzione firmata tra INPS e la Provincia autonoma di Bolzano. L’obiettivo è chiaro: offrire un’integrazione concreta a chi vive con una pensione bassa, colpito dall’aumento del costo della vita e dall’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto. L’aiuto sarà diretto e annuale, senza procedure complesse, con accredito automatico sul conto dei beneficiari.
Come funziona il nuovo sussidio per i pensionati
Il nuovo sussidio INPS consiste in un importo aggiuntivo annuale calcolato sulla base del reddito complessivo del pensionato. Nello specifico, viene moltiplicato per dodici l’importo mensile derivante dalla differenza tra 1.000 euro e l’importo lordo delle pensioni già percepite. In pratica, chi riceve meno di 1.000 euro al mese potrà ottenere un’integrazione tale da avvicinarsi a quella soglia.

L’iniziativa non è legata al tipo di pensione, ma al reddito reale. Ne beneficeranno solo coloro che non superano i 1.000 euro lordi mensili e che risultano residenti nella provincia di Bolzano alla data del 31 dicembre 2024. A firmare la convenzione con il presidente dell’INPS Gabriele Fava è stato Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, che ha sottolineato come la misura risponda a un’esigenza concreta: “Il costo della vita in Alto Adige è più alto rispetto al resto d’Italia, e un intervento di questo tipo era necessario. Lo possiamo fare grazie alle nostre competenze autonome in materia di assistenza”.
Il fondo messo a disposizione ammonta a 41 milioni di euro all’anno per il triennio 2025-2026-2027, risorse destinate a sostenere migliaia di pensionati locali.
Requisiti e modalità per ottenere l’integrazione
Per accedere al sussidio occorre rispettare alcuni requisiti precisi. Oltre a percepire una pensione inferiore ai 1.000 euro lordi e a essere residenti in provincia di Bolzano, bisogna:
avere almeno 65 anni di età;
possedere un ISEE pari o inferiore a 20.000 euro;
essere titolari di una delle seguenti prestazioni INPS: pensione di vecchiaia, anticipata, di invalidità, ai superstiti, assegno o pensione sociale, pensione per invalidi civili, ciechi, sordi o casalinghe.
L’integrazione sarà erogata direttamente dall’INPS, senza necessità di presentare ulteriori domande, ma solo dopo aver trasmesso l’ISEE entro il 30 settembre dell’anno di riferimento. Chi non lo presenterà in tempo resterà escluso dal primo pagamento, ma potrà accedere ai successivi aggiornando i dati.
Il primo accredito arriverà già a novembre 2025, e sarà effettuato direttamente dall’INPS. Le tempistiche di pagamento dipenderanno dalla data di presentazione dell’ISEE e dalle verifiche effettuate dall’Istituto. L’ISEE dovrà essere rinnovato ogni anno, rivolgendosi a un CAF o utilizzando i servizi online sul portale ufficiale.
Un modello che potrebbe estendersi ad altre regioni
Sebbene la misura riguardi solo Bolzano, diversi osservatori ritengono che questo intervento possa diventare un modello replicabile in altre regioni italiane, soprattutto dove il costo della vita continua a crescere. Il principio alla base è semplice ma potente: integrare il reddito dei pensionati più fragili, senza creare nuova burocrazia, sfruttando la rete già esistente dell’INPS.
L’esperimento dell’Alto Adige, grazie alle sue competenze speciali, apre così una strada che potrebbe ispirare anche altre amministrazioni locali o lo stesso Governo centrale, soprattutto in vista della Legge di Bilancio 2026, che conterrà misure per la rivalutazione delle pensioni minime e nuove soglie ISEE per i bonus sociali.
Intanto, nella stessa manovra economica, si discute anche di novità legate all’Isee 2026 e di interventi fiscali per i dipendenti pubblici, con una flat tax del 5% sugli aumenti contrattuali. Le riforme in arrivo mostrano un chiaro orientamento verso il sostegno dei redditi medio-bassi, una tendenza che accomuna pensionati e lavoratori attivi.
Se la misura di Bolzano avrà successo, potrebbe quindi rappresentare il primo tassello di una politica nazionale più equanei confronti degli anziani con pensioni basse. Un segnale importante in un Paese in cui oltre 4 milioni di pensionati percepiscono meno di 1.000 euro al mese e faticano a far fronte alle spese quotidiane.
L’iniziativa dell’Alto Adige non promette miracoli, ma offre un aiuto concreto, proporzionato e sostenibile, basato su criteri oggettivi e verificabili. Per molti pensionati, un piccolo passo in più può significare molto: la differenza tra una vita di rinunce e una di maggiore dignità economica.