Funerali di Pamela Genini posticipati a venerdì. La famiglia chiede “rispetto e silenzio”

In una combo Pamela Genini 29 anni e il luogo dove è stato uccisa dal compagno Gianluca Soncin

In una combo Pamela Genini 29 anni e il luogo dove è stato uccisa dal compagno Gianluca Soncin | ANSA/Andrea Fasani/INSTAGRAM/bianca_chihuahuapretty__ - Cittanascostamilano.it

Redazione

Ottobre 20, 2025

La comunità di Strozza si stringe attorno alla famiglia Genini, che chiede rispetto e riservatezza nel dolore. Aperta la camera ardente, indagini sulla mancata tutela

Bergamo, 20 ottobre 2025 – Sono stati posticipati a venerdì mattina alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Strozza (Bergamo), i funerali di Pamela Genini, la giovane di 29 anni uccisa brutalmente a Milano. Originaria di questo piccolo comune bergamasco, Pamela sarà accompagnata nell’ultimo saluto nella sua terra d’origine. La camera ardente sarà aperta da domani pomeriggio e resterà disponibile anche mercoledì e giovedì presso la casa del commiato di Villa d’Almè. Al termine della cerimonia religiosa, il feretro verrà tumulato nel cimitero di Strozza, il paese dove la vittima era cresciuta.

Appello alla discrezione dei familiari

Questa mattina, sul citofono della casa di Strozza dove vive la madre di Pamela, Una Smirnova, è apparso un cartello scritto a mano con un messaggio chiaro e commovente rivolto a chi segue la vicenda: “Non rilasciamo più interviste. Abbiamo già detto tutto. Lasciateci nel nostro lutto, chiediamo rispetto, di lasciarci soli”. Una richiesta di pace e silenzio nel momento del dolore più profondo, che riflette la sofferenza di una famiglia sconvolta dalla tragedia.

Il dramma dietro la morte di Pamela Genini

Pamela Genini era già stata vittima di violenze, come emerso da un dettagliato referto medico del 2024. Il 4 settembre di quell’anno si era presentata al pronto soccorso di Seriate con un dito rotto, dopo un’aggressione da parte dell’ex compagno Gianluca Soncin. Nel questionario antiviolenza aveva dichiarato di temere per la sua vita, rispondendo affermativamente a quattro domande chiave del protocollo di valutazione del rischio. Nonostante ciò, non venne attivato il codice rosso, misura prevista per casi di violenza grave e reiterata.

Quel documento, oggi al centro delle indagini, testimonia una serie di violenze fisiche e psicologiche subite da Pamela, che aveva scelto di non denunciare formalmente. Gianluca Soncin, che già figurava come paziente psichiatrico in terapia, l’ha poi uccisa con oltre trenta coltellate, tre delle quali risultate letali al cuore secondo l’autopsia.

La famiglia, profondamente provata, e la comunità di Strozza si preparano a dare l’ultimo saluto a Pamela, con la speranza che la sua tragica storia possa sensibilizzare sul tema della violenza di genere e sull’importanza di una protezione tempestiva e adeguata.