Il cambiamento della mobilità in Italia accelera con l’avvio della nuova fase degli incentivi all’acquisto di auto elettriche. Da metà ottobre, le famiglie e le microimprese possono fare domanda per ricevere un contributo economico che può raggiungere i 20 mila euro, un passo deciso verso un sistema di trasporto più sostenibile e meno inquinante. Supportato da un fondo di 597 milioni di euro proveniente dal PNRR, il programma si concentra su 83 Aree Urbane Funzionali che comprendono le principali città italiane, luoghi in cui oltre la metà della popolazione nazionale vive e si sposta tra pendolarismi intensi. Le modalità puntano a stimolare non solo il ricambio del parco veicolare ma anche la diffusione concreta di mezzi a zero emissioni, un’azione cruciale in un paese dove i motori a combustione restano ancora predominanti.
Incentivi calibrati per cittadini e microimprese nelle aree urbane
La struttura dell’ecobonus emerge come pensata per rispondere alle diverse esigenze di privati e microimprese. Per chi vive nelle aree urbane definite dall’Istat come Aree Urbane Funzionali, c’è la possibilità di ottenere un contributo fino a 11 mila euro, purché il nucleo familiare rispetti un reddito ISEE sotto i 40 mila euro e si proceda alla rottamazione di un’auto a combustione interna con classe ambientale fino a Euro 5. Un dettaglio che spesso si nota nelle abitazioni più datate è proprio la presenza di modelli vecchi, da sostituire per migliorare il microclima domestico e la qualità dell’aria che si respira. Per accedere all’agevolazione, è necessario acquistare veicoli nuovi appartenenti alla categoria M1, completamente elettrici, con un prezzo di listino massimo di 35 mila euro.
Dall’altra parte, le microimprese con meno di 10 dipendenti beneficiano di una misura più robusta, arrivando a coprire fino al 30% del costo senza IVA per veicoli commerciali elettrici di categoria N1 e N2. La sede operativa o legale deve trovarsi entro le stesse aree urbane considerate per i privati. La rottamazione di veicoli commerciali fino a Euro 5 è obbligatoria, così da assicurare una riduzione delle emissioni nel settore produttivo e logistico, tradizionalmente pesante nelle città italiane. Ogni microimpresa potrà approfittare del beneficio per un massimo di due veicoli, un limite che però apre importanti prospettive per chi opera nei centri urbani più congestionati.
Domanda digitale e contributo erogato con voucher: la nuova procedura
La novità sostanziale della nuova edizione del programma riguarda le procedure di accesso: la domanda, infatti, deve essere compilata online direttamente dal richiedente sulla piattaforma del Ministero dell’Ambiente. Questa modalità permette un controllo immediato delle condizioni e velocizza l’iter, snellendo tempi e burocrazie. Serve una dichiarazione sostitutiva di autocertificazione e, tra i dati obbligatori, figura la targa del veicolo da rottamare, che dovrà essere intestato al richiedente da almeno 6 mesi.
Una volta superati i controlli, il sistema rilascia un voucher con l’importo del contributo, valido per 30 giorni, da presentare al rivenditore autorizzato. Sarà quest’ultimo ad applicare lo sconto direttamente sul prezzo d’acquisto del veicolo elettrico, garantendo un abbattimento immediato. Si tratta di un meccanismo che semplifica l’esperienza degli utenti riducendo il rischio di ritardi o complicazioni nelle erogazioni.
Aiutare la transizione a veicoli a impatto zero rappresenta un passo necessario per ridurre il peso delle emissioni nelle grandi città italiane, dove la concentrazione di traffico genera livelli elevati di inquinanti ambientali. Il piano incentivi si inserisce così in una strategia nazionale più ampia per la decarbonizzazione dei trasporti, con effetti che potrebbero riverberarsi positivamente anche sull’economia locale, attraverso il recupero di efficienza e la creazione di nuove occasioni per microaziende e famiglie che credono in un futuro più pulito.